Nadine Helfenberger, 34 anni, basilese di origine ma residente in Ticino da diversi anni, attualmente alle dipendenze di un’importante banca presente sulla piazza finanziaria ticinese in qualità di Sponsoring & Events Manager, rappresenta sicuramente un buon esempio di valorizzazione delle proprie competenze linguistiche in ambito lavorativo.

Le abbiamo pertanto rivolto alcune domande in merito, con la speranza che la sua testimonianza possa fungere da stimolo per molti nostri lettori, affinché vogliano e possano dedicare sempre più tempo e risorse all’apprendimento delle lingue, in particolare del tedesco.

Deutsch@TI, da parte sua, si impegna ad offrire valide e stimolanti opportunità di coinvolgimento didattico fin dai primi anni di scolarizzazione.

  1. Gentile Nadine, ci vuole riassumere il suo percorso scolastico e formativo?

Dopo aver terminato il liceo a Lugano, sono partita per Basilea, dove ho frequentato per un anno l’università, studiando linguistica spagnola e Gesellschaftswissenschaften.

Ho lasciato gli studi universitari dopo soli due semestri ed ho cambiato rotta, frequentando dapprima una scuola di commercio e lingue, ottenendo un diploma come Business Manager Assistant, e poi la Scuola superiore alberghiera e del turismo (SSAT) a Bellinzona. 

Mi sono specializzata in seguito con un ulteriore anno di università in Olanda (Leeuwarden), ottenendo il Bachelor in Tourism Management con specializzazione in Marketing Communications ed Event Management. 

Durante gli anni di attività professionale non ho smesso di studiare e frequentare formazioni continue e due anni fa ho conseguito un master in Cultural Management presso la SUPSI.

  1. Durante questo periodo di formazione che ruolo hanno avuto le lingue e, in particolare, il tedesco?

Direi un ruolo fondamentale. Penso che se non avessi avuto le conoscenze della lingua tedesca (e di altre lingue) molte cose sarebbero state più faticose e difficili, sia a livello di studio (a Basilea i compagni erano quasi tutti svizzero-tedeschi e la lingua della formazione era il tedesco) che a livello privato nelle relazioni sociali e nella vita di tutti i giorni (supermercati, servizi amministrativi, locazione appartamento, trasporti, ecc.). 

Mi sono sempre ritenuta molto fortunata ad avere le conoscenze linguistiche che ho acquisito durante la mia infanzia e adolescenza.

  1. Quali sono state finora le sue esperienze professionali e in che misura le sue competenze linguistiche le hanno permesso di accedere a tali funzioni?

La maggior parte delle esperienze e funzioni professionali che ho avuto finora probabilmente non sarebbero state accessibili senza le mie competenze linguistiche, dato che quasi tutte sono avvenute in ambito di turismo (agenzie di viaggi e di soggiorni linguistici, alberghi, organizzazione di eventi) e quindi strettamente legate ad ottime conoscenze linguistiche. Anche la mia attuale posizione come Manager Sponsoring & Events presso l’istituto finanziario ticinese in cui lavoro probabilmente non l’avrei ottenuta senza le mie conoscenze del tedesco, dato che è indispensabile per la mia funzione (organizziamo moltissimi eventi in Svizzera tedesca e la maggior parte dei nostri partner esterni, ma anche colleghi interni, sono svizzero-tedeschi; quindi direi che una grande porzione della nostra corrispondenza e comunicazione avviene in lingua tedesca o svizzero-tedesca).

  1. Qualora, in futuro, dovesse avere dei figli, magari di padre italofono, opterebbe per un approccio plurilinguistico nei loro confronti, privilegiando probabilmente il dialetto basilese e la lingua tedesca?

Sì, perché so che a me l’approccio plurilinguistico ha portato molti vantaggi e benefici. 

  1. Ritiene, infine, sulla base anche delle sue esperienze dirette, che in Ticino l’insegnamento scolastico delle lingue straniere sia sufficiente per assicurare alla maggior parte dei nostri giovani un efficace portfolio comunicativo, sia nell’ambito di eventuali studi superiori che in ambito lavorativo?

In caso di risposta negativa, come si potrebbe migliorare la situazione?

Per me, da persona cresciuta apprendendo le lingue principalmente in famiglia e con un particolare talento per le lingue, è difficile mettermi nei panni di chi non ha avuto questa fortuna, quindi non sono sicura di saper giudicare al meglio l’insegnamento delle lingue straniere in Ticino. 

In generale penso che oggigiorno si incentivi forse troppo l’apprendimento della lingua inglese, che è certamente importante, ma che i ragazzi apprendono già con una certa facilità durante l’adolescenza, magari anche grazie a Netflix e ad altre iniziative simili.

Il tedesco rimane sicuramente di primaria importanza in Svizzera e a mio avviso ne andrebbe incentivato l’apprendimento in giovane età, trattandosi di una lingua anche difficile.

Trovo che per imparare le lingue sia importante “allenare l’orecchio”, quindi esporre i bambini molto presto ad ascoltare delle lingue diverse, senza attivamente cercare di farli parlare, ma solo facendo loro ascoltare in modo ludico. Questo potrebbe avvenire attraverso giochi, canzoni, composizioni teatrali. Ai ragazzi più grandi si potrebbero proporre film in lingua originale, magari attraverso offerte come l’English Film Club, ma in lingua tedesca.

 

Giulio Poretti, già direttore del Centro professionale commerciale (CPC) di Lugano 

Gestendo un’attività nel campo del turismo, lo abbiamo sollecitato ad esternarci le sue aspettative e le sue preoccupazioni relativamente alle competenze linguistiche dei giovani ticinesi.
Basilese di origine ma residente in Ticino da diversi anni, ecco come vive il tedesco in Ticino.
La conoscenza del tedesco sempre più importante per il futuro dei giovani e l’apertura a nuove possibilità sul mercato del lavoro.
Imparare e rafforzare il tedesco divertendosi

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